Ospita le gare casalinghe del Venezia Football Club, principale sodalizio cittadino. È il secondo impianto più antico d'Italia dedicato alla pratica del calcio tra quelli in uso, alle spalle del solo stadio Luigi Ferraris di Genova.
Storia
Nell'estate del 1939 un'ulteriore opera di ristrutturazione ed ampliamento venne implementata per adeguare lo stadio ai canoni strutturali della Serie A, cui il Venezia era frattanto stato promosso: nell'occasione la tribuna centrale e i popolari vennero allungati verso nord e sud con l'aggiunta di propaggini di forma ricurva ed ulteriormente ampliati con posti parterre, sfruttando al massimo lo spazio disponibile a ridosso dei bordi del campo di gioco. Vennero inoltre costruitre le prime curve sui lati corti del campo, sottoforma di basse strutture posticce (cinque/sei livelli) in legno.
Altri interventi si resero necessari ad inizio e metà anni sessanta, allorché il Venezia rientrò nella massima serie nazionale: nell'occasione venne ulteriormente ampliato il settore dei popolari mentre le curve vennero ricostruite più capienti in legno e tubolari d'acciaio. In questo modo (complici le regole poco restrittive in materia di sicurezza e limiti di afflusso del pubblico) lo stadio raggiunse la sua massima capienza: in occasione della partita di campionato Venezia-Milan del 1966 vennero staccati 26.000 biglietti totali.
Nel 1970 una tromba d'aria si abbatté sull'Isola di Sant'Elena, danneggiando gravemente lo stadio: dato lo scarso rendimento della formazione veneziana in quegli anni, i danni vennero riparati solo parzialmente, riducendo la capienza a poco più di 5.000 posti totali.
Nei primi anni 1980, mentre il Venezia tendeva essenzialmente ad ascendere e discendere tra i campionati dell'Interregionale e della Serie C2, lo stadio venne nuovamente ristrutturato: si provvide a chiudere il settore dei popolari, divenuto pericolante a seguito di una pluriennale assenza di manutenzione, cui venne sovrapposta una nuova tribuna in tubolari d'acciaio posizionata sopra la pista d'atletica. In tale occasione i gruppi della tifoseria organizzata veneziana, che fino ad allora avevano occupato quest'area degli spalti, decisero di trasferirsi nella curva nord (che venne a sua volta ricostruita con strutture prefabbricate metalliche).
Nel 1987, a seguito della fusione tra Venezia e Mestre voluta da Maurizio Zamparini, il club unitario che ne nacque si trasferì allo stadio Francesco Baracca (ubicato nella località di terraferma): nell'occasione alcune delle suddette tribune posticce vennero smontate dal Penzo (che rimase inutilizzato) e rimontate al Baracca.
Nel 1991, a seguito della promozione del Venezia-Mestre in Serie B, lo stadio Penzo venne preferito al Baracca e quindi radicalmente ristrutturato al fine di poter accogliere le partite del campionato cadetto; gli interventi furono comunque a carattere provvisorio a causa dell'intenzione dichiarata del club di costruire un nuovo stadio in quel di Tessera, presso l'aeroporto Marco Polo (poi mai tradottasi concretamente). Si provvide a smantellare la pista di atletica, ad abbattere i vecchi popolari (chiusi da ormai dieci anni) ed erigere al loro posto i distinti (sempre in materiale metallico). La maggiore trasformazione riguardò le curve, che vennero ricostruite in tubolari e portate ad una capienza di 4.500 spettatori. La capienza complessiva dello stadio raggiunse quindi i 16.500 posti, che nel decennio successivo andarono più volte tutti esauriti.
A seguito dell'uscita di scena di Maurizio Zamparini, il Venezia entrò in una fase di difficoltà economiche che condussero nel 2005 al fallimento e alla rifondazione del club, che successivamente militò stabilmente in Serie C. A fronte di ciò, la capienza dello stadio venne dapprima limitata a 9.950 posti e poi nel 2007 (dovendo ottemperare ai nuovi regolamenti sulla sicurezza) a 7.450 posti: in tale occasione si provvide infatti a ridurre le dimensioni delle curve e dei distinti.
Il primo decennio del XXI secolo vide l'impianto ridursi in condizioni di sempre maggiore degrado, a fronte del quale si seguitò a ridurre la capienza degli spalti. Nel luglio 2012 una nuova tromba d'aria abbattutasi su Sant'Elena fece crollare i muri di recinzione dietro la curva sud e danneggiò le gradinate degli spalti; a seguito di ciò, un mese dopo si provvide a rinnovare parzialmente i seggiolini, sicché lo stadio poté nuovamente ottenere l'idoneità per la Lega Pro (obbligando comunque il Venezia a giocare la prima gara casalinga stagionale, in Coppa Italia, allo stadio Rino Mercante di Bassano del Grappa).
Sul finire della stagione 2012-2013, nel mese di giugno lo stadio viene nuovamente dichiarato inagibile allorché si scoprì un cedimento del terreno alla base di una delle torri dell'impianto di illuminazione: l'attuazione dell'intervento di risanamento costrinse nuovamente il Venezia ad emigrare, disputando le gare interne allo stadio Piergiovanni Mecchia di Portogruaro.
Nel biennio 2015-2016, a seguito di un ulteriore fallimento e rifondazione del club arancioneroverde, la cordata di imprenditori capeggiata dall'avvocato statunitense Joe Tacopina che ne ha rilevato la proprietà ha finanziato un intervento di risanamento delle strutture dello stadio: in tale circostanza è stata rinnovata la barriera tra gli spalti e il campo di gioco, sono state risanate le tribune intervenendo sulle opere edilizie e sostituendo i seggiolini danneggiati, nonché riattati i locali di servizio e gli arredi[2]. Parallelamente è stata annunciata la ripresa del progetto di edificazione di un nuovo stadio, più moderno e capiente, nel quadrante di Tessera.
Ulteriori lavori si sono resi necessari nell'estate 2017, allorché la promozione del Venezia in Serie B ha imposto un nuovo adeguamento infrastrutturale: si è dunque provveduto a riorganizzare e dotare di tornelli i varchi d'accesso (alla fine di filtrare il pubblico e controllare elettronicamente i biglietti), potenziare l'impianto di videosorveglianza, ampliare e ammodernare la tribuna stampa (dotata di cablaggio in fibra ottica e di nuove postazioni per giornalisti e radiotelecronisti), adeguare i locali tecnici (spogliatoi, sale delegati, sala stampa), il sistema di condizionamento dell'aria e l'impianto di illuminazione. L'intervento, progettato dallo studio d'architettura Carrer ed implementato a cura della società, costa tra i 250 000 e 300 000 euro. Parallelamente il municipio ha rinnovato la concessione dell'arena agli arancioneroverdi fino al 2022, dietro pagamento di un canone annuo base pari a circa 25 000 euro. In previsione del protrarsi dei lavori, il Venezia ha indicato come campo interno provvisorio per l'inizio della stagione 2017-2018 lo Stadio Dacia Arena di Udine.
Informazioni | |
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Stato | Italia |
Ubicazione | Venezia, Fondamenta Sant'Elena 5 |
Inaugurazione | 1913 |
Struttura | Pianta rettangolare |
Copertura | Tribuna centrale |
Pista d'atletica | Rimossa nel 1991 |
Ristrutturazione | 1991 |
Mat. del terreno | erba |
Dim. del terreno | 105 x 68 m |
Proprietario | Comune di Venezia |
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