Situato in località Rizzi, a 4 km dal centro di Udine e ad un'altitudine di 112 metri s.l.m., ospita le gare interne dell'Udinese (principale società calcistica cittadina, che nel 2013 ha ottenuto il diritto di superficie e la gestione della struttura per 99 anni dall'amministrazione comunale). Inaugurato nel 1976 e ristrutturato a più riprese (da ultimo nel triennio 2013-2016), può contenere 25 132 spettatori per le partite di calcio. Il campo da gioco, in erba naturale, misura 105x68 m.
Dal 2016 lo stadio adotta la denominazione commerciale di Dacia Arena, a seguito della cessione dei diritti di naming all'omonima casa automobilistica rumena, per tutte le occasioni in cui l'Udinese vi disputa incontri interni; la definizione ufficiale di Stadio Friuli rimane per tutti gli altri eventi non legati alla società calcistica.
Storia
Costruito per volere dell'allora sindaco di Udine, Angelo Candolini, che voleva dare un nuovo e più moderno campo di casa alla squadra di calcio cittadina (la quale a quel tempo militava nelle categorie inferiori del calcio italiano) in sostituzione del vecchio stadio Moretti, lo stadio Friuli fu progettato da Giuliano Parmigiani e Lorenzo Giacomuzzi Moore, che nel concepirne la struttura si ispirarono allo stadio Olimpico di Monaco di Baviera e al Gateway Arch di St. Louis nel Missouri: l'impianto fu infatti costruito in larga parte a terrapieno, in una conca al di sotto del livello del terreno. Tale scelta consentì di ridurre notevolmente l'impatto della struttura sull'ambiente circostante.
Le torri faro, alte 59,20 m, furono invece progettate da Luciano Del Zotto: si trattava di strutture tubolari colorate di rosso e bianco, al fine permetterne l'individuazione da parte dei velivoli ed evitare il rischio di collisioni.
All'atto dell'inaugurazione, in occasione della partita di Serie C Udinese-Seregno del 26 settembre 1976, l'impianto era ancora senza nome (era denominato informalmente "Stadio dei Rizzi", dal nome del quartiere circostante) ed incompleto: gli unici spalti realizzati con struttura in cemento erano quelli della tribuna coperta, mentre il resto (le curve e i distinti) era ancora in nuda terra, consentendo di accogliere anche fino a 50 000 spettatori. Solo negli anni ottanta tutti i settori vennero "stabilizzati" posandovi delle travi di cemento armato prefabbricato e successivamente dotati di seggiolini; il Friuli divenne così il 6º stadio italiano per capienza e tra i principali per estensione (esso misurava infatti 285 m in lunghezza e 245 m. in larghezza).
L'inaugurazione avvenne appena 10 giorni dopo la seconda grande scossa del terremoto del Friuli: anche durante l'incontro si verificò una scossa di assestamento, che fece tremare l'arco di copertura della tribuna, ma non tutti i 15 000 spettatori presenti, intenti a seguire il gioco, se ne accorsero. Fu proprio tale tragico evento (oltre alla concomitanza con le celebrazioni per il centenario dell'emigrazione friulana in Argentina) a suggerire l'intitolazione dell'impianto, che fu ratificata nella delibera del consiglio comunale del 3 marzo 1978 (nella quale si deliberò anche di battezzare il piazzale antistante il nuovo stadio "piazzale Argentina"), approvata all'unanimità dai 40 consiglieri presenti.
L'impianto fu concepito come struttura polifunzionale e polisportiva: sotto la tribuna coperta (avente una superficie di 6 440 m² il cui "arco" di copertura è alto 31,30 m) erano presenti uffici, sale e palestre, che a partire dal 2012 erano stati acquisiti in esclusiva dall'Udinese, dopo circa 30 anni di condivisione con altre società sportive della città (scherma, ginnastica, arti marziali e atletica). La pista d'atletica a 8 corsie che correva attorno al campo fu invece usata solo in tre occasioni durante tutta la propria esistenza.
La promulgazione del cosiddetto decreto Pisanu in materia di sicurezza all'interno degli stadi calcistici rese necessari ulteriori lavori d'adeguamento. In particolare venne creata un'area di pre-filtraggio mediante la posa di una recinzione attorno al perimetro dello stadio, i cui accessi allo stadio furono dotati di tornelli in grado di leggere i nuovi biglietti nominativi. Inoltre venne installato un sistema di videosorveglianza a copertura dell'intero impianto, dalla zona esterna agli spalti e degli spazi interni.
Nel biennio in questione, forte della convenzione sottoscritta con il Comune di Udine, l'Udinese intervenne nuovamente sulla struttura, sostituendo il maxischermo Cosmo e gli impianti di diffusione sonora. Vennero anche ripulite le opere in muratura di tutto lo stadio, fu ridipinto l'arco della tribuna e vennero risanati i servizi igienici e le zone attorno ai tornelli d'ingresso alle due curve. Vennero inoltre installati nuovi tornelli e si procedette all'ampliamento dell'area stampa (in tribuna centrale) e del settore ospiti (in curva sud).
A partire dal maggio del 2012 la tribuna centrale fu oggetto di interventi commissionati dal Comune di Udine per l'ottenimento del CPI. Nel dettaglio venne eliminata la tensostruttura d'ingresso a "pallone" (sostituita da una tettoia), furono rinnovati insonorizzazione e gruppo elettrogeno, venne impiantato un nuovo posto di polizia e furono messi a norma i locali interni, ivi compresa l'ex palestra ASU (riconvertita a studio televisivo ad uso di Udinese Channel). Parallelamente anche l'Udinese proseguì nella sua opera di miglioramento funzionale dell'impianto, impiantando una nuova area relax per i giocatori, ampliando il ristorante interno all'impianto, sostituendo i seggiolini della tribuna e costruendo i primi 10 skybox.
LO stadio Friuli è stato uno dei primi impianti italiani ad adottare il cosiddetto occhio elettronico (o occhio di falco), ovvero l'apparato capace di scongiurare, grazie al supporto della tecnologia, i cosiddetti gol-fantasma. Si tratta di un impianto composto da 6 sofisticate telecamere posizionate ad altezza ragguardevole ai lati delle tribune, puntate sulle linee di porta. Esse catturano le immagini alla velocità di 150 fotogrammi al secondo e le trasmettono ad un computer centrale, il quale elabora in tempo reale la posizione del pallone rispetto alla riga bianca. Il sistema invia infine un segnale all'arbitro per avvisarlo nel caso in cui il gol venga giudicato valido.
Il progetto è stato voluto ed interamente finanziato dal patron dell'Udinese, Giampaolo Pozzo, in collaborazione con il CNR di Bari, per un importo di circa 100 000 euro. Dopo il primo test, avvenuto in occasione della partita di campionato Udinese-Reggina del 3 dicembre 2006, il brevetto è stato ceduto gratuitamente alla FIGC. L'Udinese si è altresì resa disponibile a fornire le immagini registrate in tempo reale dal sistema all'emittente Sky, che trasmette in esclusiva le partite del campionato di Serie A.
Il 4 novembre 2011 la tecnologia anti gol-fantasma è stata oggetto di un nuovo esperimento ufficiale da parte di un istituto indipendente di Zurigo, alla presenza degli osservatori della FIFA: i tecnici si sono avvalsi per la prova di cannoni sparapalloni, in modo da simulare e documentare tutti i possibili casi di situazioni dubbie rilevabili dall'occhio elettronico.
Dalla stagione calcistica 2015-2016 tale apparato è stato reso obbligatorio per tutti gli stadi della Serie A.
Ristrutturazione: dai primi progetti al nuovo stadio
Con l'avvento del Terzo millennio furono avanzati numerosi progetti di riqualificazione dello stadio Friuli, segnatamente in occasione delle candidature dell'Italia agli Europei del 2012 e del 2016. All'indomani dell'assegnazione di Euro 2016 alla Francia, il patron dell'Udinese Giampaolo Pozzo decise di pagare di tasca propria la ristrutturazione dell'impianto. Nel giugno del 2010 venne firmata una prima bozza di convenzione quinquennale tra l'Udinese e il Comune di Udine, nella quale si prevedeva che la società versasse al comune un canone annuo ridotto rispetto al passato per la concessione d'uso dello stadio; in cambio, l'Udinese si impegnava a mantenere il complesso sportivo in perfetto stato di conservazione, efficienza e funzionalità, e a provvedere a tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria necessari, oltre alle spese di gestione (pulizia di tutte le aree interne ed esterne, custodia dello stadio, consumi di energia elettrica, combustibili, acqua, diserbo). La società si era assunta anche l'onere di realizzare alcune opere di miglioramento funzionale, secondo un programma generale che prevedeva, tra le altre cose, l'ampliamento del centro benessere, la riattivazione del megaschermo Cosmo, l'ampliamento dei magazzini e degli spogliatoi, la realizzazione di una piscina coperta, nuovi spazi per la ristorazione, aree ricreative e l'adeguamento delle sedute. Tutti i lavori vennero compensati dal Comune di Udine in conto affitto. La convenzione fu stipulata ufficialmente il 29 giugno 2011 e si chiuse nei primi mesi del 2013.
Il patron dei bianconeri Giampaolo Pozzo propose di re-intitolare lo stadio all'ex ct della Nazionale Italiana Enzo Bearzot, originario di Aiello del Friuli, scomparso il 21 dicembre 2010; la proposta fu tuttavia accolta da polemiche, in quanto il nome Friuli è visto come importante veicolo di promozione della terra friulana, oltre che memoria delle oltre 1000 vittime del terremoto del 1976[5]. In una delibera approvata dal Comune di Udine il 14 novembre 2011 si stabilì esplicitamente l'obbligo per i beneficiari del diritto di superficie di mantenere la denominazione Friuli.
Nell'aprile del 2012 venne pubblicato dal Comune di Udine un bando di gara per la concessione e il rifacimento dello stadio, con scadenza per il 3 luglio seguente. Dopo l'apertura delle buste, il 16 dello stesso mese la commissione assegnò provvisoriamente il diritto di superficie per 99 anni all'Udinese, unica entità che aveva fatto pervenire un'offerta agli uffici comunali. Il contratto venne firmato ufficialmente davanti al notaio il 29 marzo 2013, sancendo così il passaggio di proprietà superficiaria dello Stadio Friuli dal Comune di Udine all'Udinese per 99 anni, fino al 2112.
Il progetto del nuovo Stadio Friuli fu presentato il 23 luglio 2012, ma venne profondamente rivisto nel corso dei mesi successivi. L'opera di riqualificazione prevedeva la demolizione delle due curve e dei distinti, la rimozione della pista di atletica, lo spostamento del campo al di sotto della tribuna (destinata a restare intatta nella struttura, ma con un ripensamento negli spazi) e la ricostruzione dei settori demoliti direttamente ai bordi del campo e con una copertura totale. La capienza complessiva del nuovo impianto venne fissata a 25 012 posti (ampliabile a circa 34 000 posti in occasione di eventi extra-calcistici. Il costo complessivo dell'operazione fu stimato sui 50 milioni di euro, totalmente a carico dell'Udinese. L'intervento fu programmato a lotti, in modo da non costringere l'Udinese a giocare altrove durante lo svolgimento delle opere.
L'inizio dei lavori, inizialmente previsto per il 13 maggio 2013, avvenne ufficialmente il 5 giugno seguente. Durante il corso dell'estate del 2013 venne smantellata la pista d'atletica e si procedette a spostare il campo di gioco a ridosso della tribuna coperta; contestualmente vennero realizzate le nuove panchine e fu modificato il parapetto del fossato ai piedi della tribuna stessa. Dopo un lungo iter burocratico, il 21 gennaio 2014 l'Udinese pubblicò il bando europeo per l'assegnazione dei lavori di demolizione e ricostruzione di curve e distinti, con scadenza 4 marzo 2014. Le offerte pervenute per l'aggiudicamento entro tale data furono quattro. Il 14 dello stesso mese l'appalto per il primo lotto funzionale al rifacimento dello Stadio Friuli venne così assegnato ad un'associazione temporanea di imprese facente capo al Consorzio Cooperative di Bologna, assieme a Presystem di Sedegliano e Icop di Basiliano, per un importo di 22 009 000 euro. I lavori poterono così cominciare il 30 aprile 2014 con la demolizione totale della vecchia Curva Nord e la rimozione dei fari di illuminazione dell'impianto.
Il 23 giugno 2014 si svolse la cerimonia per la posa della prima pietra, alla quale parteciparono le più alte cariche politiche e istituzionali della Regione. Erano presenti il patron dell'Udinese Calcio Giampaolo Pozzo, il presidente Soldati, il sindaco di Udine Furio Honsell, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini e il vicepresidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Sergio Bolzonello. Dopo un breve discorso, le autorità si recarono all'interno del cantiere per posare la prima pietra; un contenitore stagno contenente una pergamena firmata da tutti i presenti e una moneta da 1 euro coniata nel 2014 venne deposto all'interno della cassaforma della prima fondazione della nuova curva nord.
Nel giugno del 2015 sono state completate curva nord e tribuna est e si è contestualmente provveduto a smontare le due torri-faro sul lato est, che in quanto vincolate dal punto di vista artistico sono state consegnate al Comune di Udine. L'ultimazione della curva sud viene fissata entro dicembre. Per l'inizio della stagione 2015-16 la capienza dello stadio si attesta a 18 000 posti circa, destinati a stabilizzarsi a 25 144 col completamento dell'ultimo spicchio di spalti. Esternamente la facciata dei 3 nuovi lati dello stadio è caratterizzata da 10000 losanghe romboidali tridimensionali che danno un effetto squamato a tutta la struttura ed hanno la proprietà di riflettere la luce solare cambiando la tonalità in relazione alle condizioni esterne ed atmosferiche. Tale peculiarità è valsa allo stadio il soprannome di "diamante"
Le gradinate di distinti e curve dispongono di 28 file di seggiolini multicolori (bianco, nero, arancio, giallo, grigio, marrone, verde): gli ambienti al loro interno sono riscaldati e accolgono tornelli, cucine, bar, maxischermi.
Il 4 gennaio 2016 la Commissione di vigilanza dei Pubblici Spettacoli ha dato parere favorevole all'agibilità dell'impianto nella sua piena capienza: lo Stadio Friuli è stato quindi aperto integralmente il 17 gennaio in occasione della partita Udinese-Juventus (0-4) della 20ª giornata di campionato, e per motivi di naming right ha assunto (limitatamente alle gare interne dell'Udinese) l'appellativo Dacia Arena, dal marchio dell'azienda automobilistica sponsor principale del club bianconero.
Tale decisione (suggellata dall'adozione del nome in tutta la comunicazione ufficiale del club e dalla successiva apposizione di un'insegna con tale dicitura all'esterno dello stadio) venne osteggiata dai gruppi della tifoseria organizzata bianconera, mentre l'amministrazione comunale di Udine chiese la rimozione dell'insegna (giudicata dal punto di vista normativo non come tale, bensì come pannello pubblicitario). Ai primi di marzo il consiglio comunale di Udine approvò inoltre una mozione volta a diffidare l'Udinese Calcio s.p.a. dal designare l'impianto con un nome diverso da quello storico, impegnando il sindaco Furio Honsell e la giunta a trattare in tal senso con la società stessa.
Entro la fine del 2016 viene avviata l'opera di allestimento degli spazi - da 22 000 m² complessivi - destinati alle aree commerciali e ludiche: le nuove tribune sono infatti progettate per ospitare al loro interno palestre, sale da bowling, cinema, piscine, locali di ristoro con vista sul campo, aree benessere, il museo dell'Udinese Calcio e dello sport friulano e gli uffici del comitato provinciale udinese del CONI.
Durante l'estate del 2016 si è inoltre ulteriormente intervenuto sugli skybox della tribuna ovest, con l'aggiunta di altre 8 salette private (per un totale di 18 spazi), e sulle tribune nuove, con l'aggiunta di un'ulteriore fila di seggiolini. Nell'occasione sono state installate nuove panchine semi-interrate e dotate di una innovativa copertura retrattile motorizzata, estraibile solo in caso di condizioni climatiche avverse (il tutto allo scopo precipuo di non intralciare la visuale degli spettatori nella tribuna centrale). Si è infine provveduto a livellare il fossato presente davanti a detta tribuna, eliminando qualsiasi barriera divisoria tra campo e spalti.
Ulteriori lavori previsti sulla tribuna ovest comprendono il rifacimento della tettoia dell'arco (che verrà estesa anche lateralmente, per garantire un riparo totale alla gradinata principale) e l'installazione sulla facciata esterna e sulla torre degli ascensori delle medesime piastre romboidali d'acciaio inox già implementate sulle tribune ricostruite, in modo tale da uniformare stilisticamente l'aspetto esteriore dello stadio.
Informazioni | |
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Stato | Italia |
Ubicazione | P.le Rep. Argentina 3 loc. Rizzi Udine |
Inizio lavori | 1971 |
Inaugurazione | 26 settembre 1976 |
Struttura | Pianta rettangolare |
Copertura | Tutti i settori |
Pista d'atletica | Rimossa nell'estate 2013 |
Costo | 3 000 000 000 £ |
Ristrutturazione | 2013-16 |
Costi di ricostr. | 25 000 000 € |
Mat. del terreno | Erba |
Dim. del terreno | 105 × 68 m |
Area dell'edificio | 66 317 m² |
Area totale | 251 394 m² |
Proprietario | Udinese Calcio SpA |
Progetto | Lorenzo Giacomuzzi Moore |
Prog. strutturale | Giuliano Parmegiani |
Costruttore | Rizzani de Eccher (1976) Ici Coop S.p.A.(2013) |
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