Già stadio Municipale Benito Mussolini (o semplicemente stadio Mussolini) dal 1933 alla seconda guerra mondiale,stadio Comunale dal secondo dopoguerra al 2006 (stadio Comunale Vittorio Pozzo dal 1986 in avanti), e stadio Olimpico a cavallo degli anni 2000 e 2010, dal 2016 ha assunto l'odierna denominazione in memoria della formazione del Grande Torino.
Sorto negli anni 1930, l'impianto si trova nel quartiere di Santa Rita, nella zona centro-sud della città, affacciandosi sui corsi Sebastopoli e Agnelli e su via Filadelfia. Fino al 1990, anno della loro migrazione al Delle Alpi, fu la sede degli incontri interni di Juventus e Torino. Ristrutturato in occasione dei XX Giochi olimpici invernali del 2006, al termine della manifestazione lo stadio tornò a essere utilizzato come impianto di calcio, suo uso originario, e riprese a ospitare le gare interne del Torino e (in via transitoria) della Juventus, che lo ha poi abbandonato nel 2011 in favore dello Stadium.
È uno dei quattro stadi italiani (assieme al citato Allianz Stadium, all'Olimpico di Roma e al Meazza di Milano) a rientrare nella Categoria 4 UEFA, quella con maggior livello tecnico.
Storia
Originariamente intitolato a Benito Mussolini, classico esempio di razionalismo italiano, venne costruito nel 1932, sui terreni dei Tetti Varrò, per decisione del duce stesso, al fine di ospitare i "Giochi Littoriali" dell'anno XI, svoltisi nel 1933 e i "Campionati Internazionali Studenteschi. Venne inoltre edificato per sostituire i precedenti impianti sportivi presenti nella piazza d'armi del 1909-1910. L'amministrazione civica, per abbreviare il più possibile i tempi di costruzione, bandì un appalto-concorso, dividendo poi i lavori fra tre imprese:[lo stadio (tribune, gradinate e locali interni) fu affidato alla ditta Saverio Parisi di Roma (su progetto dell'architetto Raffaello Fagnoni e degli ingegneri Bianchini e Ortensi); la pista di atletica leggera, la cosiddetta Torre Maratona (un torrino piezometrico) e le biglietterie all'Impresa ing. Vannacci e Lucherini (progetto dell'arch. Del Giudice, del prof. Colonnetti e dell'ing. Vannacci); la piscina coperta alla Società AN. Imprese Edili Ing. E. Faletti (progetto dell'arch. Bonicelli e dell'ing. Villanova). L'Impresa ing. Guido De Bernardi si occupò infine della preparazione dei campi e delle piste.
Vista aerea dello stadio municipale durante gli anni 30
Il terreno di gioco misurava 70 × 105 m. Attorno vi erano la pista di atletica a sei corsie, le fosse per il getto del peso e il lancio del disco, le piste per il salto in lungo e quello in alto. Inizialmente le curve della pista di atletica erano state progettate a tre centri, ma dopo le proteste del dirigente nazionale Massimo Cartasegna (che aveva partecipato da atleta ai Giochi olimpici del 1908) vennero riprogettate a un solo centro: come risultato finale, però, la pista ebbe una lunghezza anomala di 446,38 metri. I lavori iniziarono negli ultimi giorni di settembre del 1932, e l'opera venne inaugurata il 14 maggio 1933 dal segretario del Partito Nazionale Fascista Achille Starace in occasione dell'inizio dei Littoriali.La prima partita disputata nel nuovo scenario è stato un incontro tra la Juventus e gli ungheresi dell'Újpest (6-2), ritorno dei quarti di finale di Coppa dell'Europa Centrale, il 29 giugno 1933.[9]
Dopo gli eventi inaugurali, l'impianto ospitò alcuni incontri del campionato del mondo 1934 svoltosi in Italia. Dalla successiva stagione 1934-1935 iniziò a ospitare le partite del campionato italiano di calcio: per i primi anni, soltanto quelle della Juventus (che abbandonò definitivamente il vecchio impianto di Corso Marsiglia) in quanto l'altra squadra cittadina, il Torino, giocava all'epoca al Filadelfia di sua proprietà, presso l'adiacente e omonimo borgo nel quartiere Lingotto. Sulla parte Sud di via Filadelfia, a ridosso dell'Istituto di Riposo della Vecchiaia e dei terreni del Circolo ricreativo del giornale La Stampa, sorse poi un campo di allenamento esclusivo per la squadra bianconera, in seguito battezzato nel 1956 con il nome del calciatore Gianpiero Combi; tale struttura fu abbattuta nel 2004 per far spazio a una in vetro con piscina per il nuoto.
Dal 1938 lo stadio ospitò anche la sede provvisoria del museo dell'automobile di Torino, inaugurato nel 1939, fino al suo definitivo trasferimento, alla fine degli anni 1950, presso corso Unità d'Italia, nel quartiere Nizza Millefonti.
Con la fine della seconda guerra mondiale e l'avvenuta caduta del regime fascista, l'impianto perse la denominazione al duce e venne di conseguenza rinominato da Mussolini a un più neutro Comunale. La Juventus continuò a essere l'unica titolare del campo fino all'inizio della stagione 1963-1964, quando il Torino abbandonò definitivamente il Filadelfia e si trasferì anch'esso in pianta stabile al Comunale.
Il club granata si era inizialmente spostato al Comunale già nel 1958, ma dato che l'annata terminò con la prima retrocessione assoluta della squadra, dalla stagione successiva il Torino scelse scaramanticamente di ritornare a giocare nel suo vecchio stadio; in seguito, dal 1961 al 1963 i granata si riaffacciarono saltuariamente sul manto del Comunale, ma solo per disputarvi le loro partite di cartello. In questo impianto la Juventus ha festeggiato tra il 1934 e il 1986 16 titoli di campione d'Italia (compresi i due ultimi del Quinquennio d'Oro), 8 Coppe Italia e 6 titoli a livello internazionale. Da parte sua, il Torino vi ha conquistato lo scudetto del 1975-1976 e due Coppe Italia.
Nel 1959 e nel 1970 il Comunale ospitò rispettivamente la I e VI Universiade, mentre nel 1986 è stato intitolato a Vittorio Pozzo, allenatore due volte campione del mondo con la nazionale italiana (1934 e 1938). L'impianto torinese ha poi ospitato alcuni incontri del campionato d'Europa 1980, ed è stato teatro nel 1985 della prima finale in gara unica di Supercoppa UEFA, disputata tra la Juventus e il Liverpool. Nel 1984, quando la FIFA assegnò all'Italia l'organizzazione del campionato del mondo 1990, si incominciò a parlare di un nuovo stadio per la città, vista l'ormai inadeguatezza del Comunale; nel 1986 venne quindi dato il via libera alle costruzione di quello che sarebbe diventato il Delle Alpi.
Il Comunale ospitò così le gare interne di entrambe le squadre torinesi fino alla stagione 1989-1990: l'ultima partita giocata su questo campo dalla Juventus, il 2 maggio 1990, fu la finale di andata della Coppa UEFA contro la Fiorentina,mentre l'ultima assoluta fu appannaggio del Torino, il 27 dello stesso mese, per il campionato di Serie B contro il Messina. Quindi l'impianto, ormai vecchio e desueto, venne abbandonato dal calcio cittadino per il Delle Alpi.Negli anni seguenti il Comunale venne utilizzato sempre di meno (l'ultimo evento calcistico di rilievo, fu la doppia finale del Campionato Primavera 1993-1994 tra le formazioni giovanili di bianconeri e granata]), sino a essere destinato unicamente agli allenamenti della prima squadra juventina (fino al 2003) e, brevemente, di quella torinista; in questo periodo ospitò inoltre (esclusa la tribuna coperta, inagibile) alcune partite della squadra di football americano dei Giaguari Torino.
In seguito ad accordi con il Comune, che affidavano il Delle Alpi alla Juventus, lo stadio Comunale venne assegnato al Torino, in cambio dell'impegno a ristrutturarlo e a renderlo operativo in tempo per ospitare le cerimonie di apertura e chiusura dei XX Giochi olimpici invernali.Tuttavia, in seguito al fallimento della società granata (sancito definitivamente il 17 novembre 2005), il Comune di Torino è tornato proprietario dell'impianto, e ha dovuto provvedere in proprio al completamento della ristrutturazione.
Il progetto di ristrutturazione, affidato agli studi di architettura veronesi Giovanni Cenna Architetto e Arteco, ha conservato le strutture esistenti, sottoposte al vincolo della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici; ha quindi aggiunto nuove strutture verticali per reggere la copertura di tutto l'impianto, e un terzo anello di gradinate, continuo e strutturalmente collaborante alla copertura, dotato nella parte corrispondente alla precedente copertura di una parte chiusa ospitante 44 palchi. Circa un terzo del rivestimento della copertura è in materiale plastico semitrasparente, in maniera da evitare il più possibile che l'ombra proiettata dalla stessa possa danneggiare il tappeto erboso a causa della minore insolazione. La capienza complessiva è stata portata a 27 168 posti, tutti al coperto e a sedere, ridotta rispetto a quella originaria (l'impianto poteva ospitare 65 000 persone in piedi) per rispettare le moderne norme di sicurezza.
Per le cerimonie olimpiche sono stati effettuati anche numerosi interventi ad hoc: l'ampliamento a 35 000 posti mediante strutture temporanee, la realizzazione di un imponente allestimento sceno-tecnico, e la predisposizione del braciere olimpico. Anche all'interno sono stati fatti molti cambiamenti: la novità principale è la costruzione al piano terra di un'area commerciale di 1 163 m², nel settore nord-ovest, sono inoltre stati ristrutturati e collocati diversamente il centro di medicina sportiva, tutti i servizi e gli uffici. All'esterno, invece, sono stati costruiti i nuovi Parcolimpico e Palasport Olimpico, quest'ultimo progettato dall'architetto giapponese Arata Isozaki. La ristrutturazione dello stadio è costata circa 30 milioni di euro.
Il nuovo stadio Olimpico è stato presentato ufficialmente il 29 novembre 2005, con una cerimonia a cui hanno partecipato rappresentanti degli enti locali, del governo, del Comitato Olimpico Internazionale e del TOROC. Nel 2006 è stato la sede delle cerimonie di apertura e di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali, svoltesi rispettivamente il 10 e il 26 febbraio 2006, e della cerimonia d'apertura dei IX Giochi Paralimpici invernali, svoltasi il 10 marzo 2006. Al termine di esse lo stadio è tornato a ospitare le partite di calcio delle due squadre cittadine, il Torino e la Juventus. Pur essendo stata fisicamente eliminata la pista di atletica leggera (al suo posto vi è un tappeto in erba sintetica), la distanza tra gli spalti e il terreno di gioco non è cambiata: rimane uno stadio poco adatto al calcio, dove il campo resta lontano, e che si porta appresso infrastrutture inesistenti o desuete.Tuttavia in sede di ristrutturazione è stato costruito un nuovo parterre, che avvicina di qualche metro gli spettatori delle prime file. I posti riservati agli spettatori disabili in carrozzina sono 80, di cui 64 dislocati in due tribunette poste nel parterre del primo anello dei distinti centrali, 12 nella tribuna centrale e 4 nei palchi.
Nei suoi primi due anni di utilizzo, dal 2006 al 2008, essendo state inserite due distinte fasce di sicurezza per separare le tifoserie ospiti, la capienza effettiva è risultata limitata a 25 500 posti. Durante l'estate del 2008 si sono svolti lavori di ampliamento dei posti disponibili, in vista del ritorno della Juventus in Champions League. Sono stati installati circa 1350 nuovi posti, su quattro file, a ridosso della prima fila di distinti e tribuna, creando un nuovo anello sullo spazio dove era posizionata la vecchia pista, e per favorire la visibilità di queste nuove file di spettatori, nei settori Ovest ed Est le barriere sono state abbassate a 110 cm, rispetto ai 220 cm della conformazione precedente. Infine, sono stati recuperati 650 posti con il ridimensionamento del settore ospiti. La capienza è così diventata di circa 27 500 posti. Durante l'estate del 2009 sono stati effettuati nuovi lavori, il parapetto di separazione è stato abbassato a 1,10 m in tutti i settori e 444 nuovi posti sono stati aggiunti nella zona parterre, portando la capienza complessiva dello stadio a 27 994 posti. Inoltre, per lo stesso motivo di cui sopra, già nell'estate precedente erano state eliminate le barriere che dividevano la Curva Maratona con la Maratona Laterale (già settore ospiti nelle partite casalinghe della Juventus), permettendo così un ulteriore innalzamento di capienza, dai 27 994 posti del 2009, ai 28 140 attuali.
A partire dall'estate del 2011 lo stadio Olimpico ospita soltanto le partite dei granata, in quanto la Juventus si è trasferita nel suo nuovo impianto di proprietà, lo Allianz Stadium, sorto sulle ceneri del Delle Alpi; l'Olimpico è così diventato di utilizzo esclusivo da parte del Torino. Visto questo nuovo scenario, la società e i tifosi granata hanno iniziato a chiedere «un nome nuovo per lo stadio Olimpico, rivendicando un richiamo identitario maggiore» alla storia torinista:in quest'ottica, il 29 novembre 2012 il Comune ha ribattezzato l'ex corso Sebastopoli (l'area compresa tra l'Olimpico, il PalaAlpitour e la Torre Maratona) in piazzale Grande Torino, dedicandola così ai giocatori granata scomparsi nella tragedia di Superga, mentre nell'aprile 2016 la municipalità torinese ha ufficialmente ridenominato l'impianto alla memoria del Grande Torino.
Informazioni | |
---|---|
Stato | Italia |
Ubicazione | Piazzale Grande Torino 10136 Torino |
Inizio lavori | 1932 |
Inaugurazione | 1933 |
Copertura | totale |
Pista d'atletica | rimossa |
Ristrutturazione | 2003-2005 |
Costi di ricostr. | € 30 000 000 circa |
Mat. del terreno | erba |
Dim. del terreno | 105 × 68 |
Proprietario | Città di Torino |
Progetto | appalti vari |
Commenti
Posta un commento